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Il mercato dei mutui secondo l’Abi fine 2012 inizio 2013

Il mercato dei mutui secondo l’Abi fine 2012 inizio 2013

L’Abi rivede al ribasso le stime sulla crescita del Pil e sono sempre più in flessione i prestiti a famiglie e imprese.

La variazione annua degli impieghi è stata negativa al – 3,26% a gennaio, contro il -2,5% di fine 2012. Nel rapporto mensile si dice che l’andamento è in linea con l’evoluzione delle principali grandezze macroeconomiche (Pil e investimenti). Ed è anche nuovo record per le sofferenze delle banche italiane: la rischiosità dei prestiti, a seguito della crisi in atto, è ancora in crescita e le sofferenze nette hanno toccato a fine 2012 quota 64,3 mld, le lorde 125 mld. In lieve aumento è il rapporto sofferenze nette su impieghi totali, pari a 3,3% a fine 2012 (3,2% a novembre 2012 e 2,7% a fine 2011).

Quanto al 2013, dato che i tempi della recessione si stanno allungando, è possibile che le sofferenze aumentino ancora ma a incidere sarà soprattutto l’andamento del Pil: dipenderà dal risultato nel I trimestre dell’anno. E’ comunque un gennaio gelido per i prestiti delle banche italiane a famiglie e imprese; il mese scorso, secondo le prime stime dell’Abi, c’è stata una caduta del 3,26% su base annua degli impieghi.

Il rapporto evidenzia, inoltre, come il totale dei prestiti all’economia dati dalle banche italiane a gennaio sia pari a oltre 1.919 mld. e sia nettamente superiore all’ammontare complessivo della raccolta, pari a 1.752,8 mld. Quest’ultima è tornata a crescere del 2,54% a gennaio (+1,6% a dicembre), trainata dalla progressione dei depositi (+6,76% a gennaio da +6,2% a dicembre).

Il balzo dei depositi che si registra da novembre viene spiegato dall’Abi con il clima d’incertezza che spinge i risparmiatori a preferire la liquidità. Dal documento emerge poi la stima di una risalita dei tassi sui nuovi prestiti alle imprese a gennaio (3,71% dal 3,5%), e alle famiglie sui nuovi mutui casa (3,75% dal 3,7%). Il differenziale tra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta, tuttavia, resta a livelli vicini al minimo storico (1,71 punti base). Le sofferenze nette hanno toccato a fine 2012 quota 64,3 mld., le lorde 125 mld., mentre è in lieve aumento il rapporto sofferenze nette su impieghi totali, pari a 3,3% a fine 2012 (3,2% a novembre 2012, era 2,7% a fine 2011).

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