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I mutui e i tassi d’interesse nel 2011

I mutui e i tassi d’interesse nel 2011

Sul fronte dei tassi, gli interventi al ribasso della Banca Centrale Europea sul tasso di riferimento BCE effettuati a partire dal secondo semestre 2008 hanno inciso significativamente sulle quotazioni sia sull’Euribor che sull’Eurirs.

Le quotazioni dell’Euribor 3 mesi (365) hanno toccato il minimo nel Marzo 2010 (0,64%). Appoggiandosi su tali valori assistiamo nei mesi successivi ad una progressiva ripresa delle quotazioni che hanno riportato, alla fine dell’anno 2010, il tasso Euribor a riposizionarsi a ridosso del tasso di riferimento BCE (1%).

Le tensioni sui mercati finanziari e la spinta inflazionistica durante i primi mesi del 2011 hanno spinto la Banca Centrale Europea a ritoccare al rialzo di +50 punti base (+25bps nel mese di Aprile 2011 e +25bps nel mese di Luglio 2011) il Tasso di Riferimento BCE. Il tasso Euribor ha anticipato la tendenza già con i primi mesi del 2011 e ha continuato a crescere nelle rilevazioni fino a luglio quando era quotato come media mensile a 1,59%. Le tensioni economiche sui debiti dell’area Euro che si sono innestate nell’agosto del 2011, hanno avuto come effetto un ridimensionamento dell’Euribor, la cui media di settembre 2011 è leggermente scesa a 1,54%.

La tendenza ha anticipato il duplice intervento al ribasso operato della Banca Centrale Europea che ha riportato il tasso di riferimento BCE all’1% con due tagli da -25bps uno nel mese di Novembre e uno nel mese di Dicembre. L’Euribor ha quotato a Dicembre a 1,43%. L’Eurirs (20 anni) ha iniziato a una nuova fase ribassista nel mese di Aprile 2011, allora quotava 4,05%, arrivando a scendere sotto la soglia del 3% nel successivo mese di Settembre. Ultima quotazione nel 2011 ad una media mensile di 2,80%.

Stando alle dinamiche dei tassi a metà Gennaio 2012, ipotizzando di dover sottoscrivere un nuovo mutuo ipotecario dell’importo di 120.000 euro per una durata di 20 anni, ad uno spread indicativo di 3,20 bps, se scegliessimo un mutuo a tasso fisso, sosterremmo una rata mensile di 841 euro.
Se optassimo invece per un mutuo a tasso variabile, avremmo un risparmio pari a 86 euro mensili, in quanto la rata ammonterebbe a 755 euro.

La differenza tra le due scelte si sta assottigliando sempre più, durante l’ultima rilevazione dell’Ufficio Studi Tecnocasa fatta a Ottobre, il gap si era attestato a 91 euro, durante quella ancora precedente effettuata a Luglio, il risparmio per l’opzione variabile era di 128 euro. Nell’Aprile 2011 il differenziale ammontava a ben 173 euro.

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