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Sanzioni per l’affitto in nero

Sanzioni per l’affitto in nero

Per far emergere un affitto in nero, basta la denuncia verbale dell’inquilino

Il mercato nero è difficile da monitorare a causa dei numerosi affitti brevi oggi in voga. Con l’entrata in vigore della cedolare secca, però, anche cedere una stanza di casa propria in locazione, senza un contratto regolare, diventa più difficile. Secondo l’Agenzia delle Entrate, basta la denuncia verbale dell’inquilino per far emergere un affitto in nero.

In caso di accertamento per omessa registrazione (che l’inquilino può supportare allegando alla denuncia una base sostanziale, con dati sui pagamenti e notizie), il proprietario si troverebbe a dover automaticamente riconoscere un contratto ex novo della durata di quattro anni, più altri quattro di rinnovo automatico.

Le sanzioni prevedono anche la rideterminazione del canone, che scatterebbe in misura pari al triplo della rendita catastale. In questo caso è tutto ancora da chiarire come si calcola l’importo alla singola stanza, ma sicuramente si tratterebbe di un canone molto inferiore ai prezzi medi di mercato.

Un contratto regolare, anche se transitorio, può comunque optare per la cedolare secca e godere del regime agevolato, con un’aliquota al 19% (per i canoni concordati) nelle città dove vigono gli accordi territoriali, altrove del 21 per cento.

Il reddito incassato dai canoni mensili, poi, va dichiarato e non inficia l’eventuale esenzione Ici sulla prima casa di cui gode il proprietario. In caso di omessa dichiarazione è previsto il pagamento delle imposte dovute e una sanzione pari al 200% delle stesse, che sale al 240% se si dichiara un importo più basso (dichiarazione “infedele” dei redditi).

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