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Legambiente fotografa l’edilizia scolastica italiana

Legambiente fotografa l’edilizia scolastica italiana

Il 36% degli edifici necessita di interventi di manutenzione urgenti e il 50% è in aree a rischio sismico

Il 36% degli edifici scolastici italiani è in situazione di emergenza e la percentuale delle scuole che necessita di interventi di manutenzione straordinaria non ha fatto registrare variazioni positive negli ultimi anni. Su 42.000 edifici, infatti, la metà è situata ancora in aree a rischio sismico e solo il 58% possiede il certificato di agibilità. È questa l’allarmante fotografia scattata da Ecosistema scuola 2011, il rapporto di Legambiente sull’edilizia scolastica, presentato il 1° marzo a Lucca.

L’indagine di Legambiente sulle scuole d’infanzia primarie e secondarie di primo grado di 93 capoluoghi di provincia racconta di un patrimonio edilizio scolastico ancora in stato di emergenza, in cui il 36% degli edifici necessita di interventi di manutenzione immediati.

La messa in sicurezza antisismica delle scuole costruite prima degli anni Settanta, e prima dell’entrata in vigore dei provvedimenti per le costruzioni localizzate in aree sismiche, a rappresentare una delle emergenze cui far fronte, dal momento che oltre il 50% dei 42.000 edifici scolastici italiani si trova in aree a rischio sismico, il 9% è a rischio idrogeologico, meno del 50% possiede il certificato di collaudo statico e solo il 10,14% è costruito secondo criteri antisismici. 

Secondo il rapporto, tuttavia, quasi nella totalità degli edifici vengono fatte prove di evacuazione, più del 90% ha le porte antipanico, ma la certificazione di prevenzione incendi è solo nel 35,4% e le scale di sicurezza sono presenti in poco più del 50%.

Ma oltre a non essere in sicurezza, le scuole italiane non monitorano neanche il rischio ambientale: malgrado la legge 257 del 1992 richieda alle regioni il censimento degli edifici in cui siano presenti strutture in amianto, ben il 18% dei comuni non fa il monitoraggio. Stesso discorso per il radon, monitorato solo dal 30% delle amministrazioni mentre sono assolutamente sottovalutati i rischi derivanti dalla vicinanza ad elettrodotti, monitorati solo dall’11% dei comuni e presenti in una percentuale del 3,4%.

Quasi il 17% degli edifici si trova invece a meno di 5 chilometri da industrie e il 10,5% a meno di 1 chilometro da fonti di inquinamento acustico. 15% è la percentuale degli istituti che si trovano in prossimità di antenne per i cellulari, mentre solo il 4% degli edifici si trova vicino a emittenti radio televisive.

Interessante, invece, il trend positivo sul risparmio energetico con la crescita nell’arco di quattro anni delle scuole che utilizzano fonti di illuminazione a basso consumo, da 46,5% a più di 63%, e quelle che utilizzano energia da fonti rinnovabili, giunte a più dell’8%. Tra le regioni che spiccano per specifici investimenti sulle energie pulite nelle scuole ci sono Puglia, Abruzzo e Toscana con una percentuale di edifici che utilizzano fonti rinnovabili doppia rispetto al dato medio nazionale.

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