Secondo l’Abi, alla fine di novembre 2012 i prestiti bancari destinati alle famiglie per l’acquisto di abitazioni – pari a 366 miliardi di euro – hanno segnano una variazione annua prossima allo zero (-0,3%), in decelerazione rispetto a circa il +4,8% di novembre 2011, un valore inferiore a quello medio dell’Area euro di +1,2% (+1,9% Germania, -2,7% Spagna, +3,3% Francia).
Stabile al 9,6% è risultata nell’ultimo anno la quota dell’Italia nei prestiti per l’acquisto di abitazioni sul totale Area euro (era pari al 6,5% a fine 2003). Laddove si considerino i flussi erogati dalle banche per l’acquisto di abitazioni, si rileva come nel periodo gennaio – novembre 2012 essi sono ammontati a 18,8 miliardi di euro, un valore dimezzato rispetto ai 36,3 miliardi di euro dell’analogo periodo del 2011. Il maggior decremento ha riguardato i finanziamenti a tasso variabile che sono passati da 27,5 miliardi di euro dei primi 11 mesi del 2011 a 13,2 miliardi dell’analogo arco temporale del 2012.
Meno marcata la riduzione del segmento a tasso fisso (da 8,7 miliardi a 5,6 miliardi). Inoltre, i finanziamenti al settore delle costruzioni hanno segnato – sempre a novembre 2012 – una contrazione di oltre il 4%; il rallentamento mostrato negli ultimi mesi è da attribuire, tra l’altro, a una marcata diminuzione della domanda di mutui: il dato aggregato, espresso come numero di richieste da parte delle famiglie italiane, nei primi 10 mesi del 2012 ha evidenziato una dinamica fortemente negativa, anche se nel mese di ottobre è emerso un lieve rallentamento del calo.
L’analisi del settore residenziale per macro aree geografiche evidenzia nel III trimestre 2012 forti contrazioni degli scambi in tutte le aree. Rispetto al calo registrato a livello nazionale (-26,8%) le aree del Centro e del Nord mostrano perdite maggiori con riduzioni delle transazioni rispettivamente del -29,6% e del -28,2%; poco inferiori le perdite al Sud che segna una diminuzione del -22%.
Un ulteriore elemento alla base del rallentamento dei finanziamenti al settore immobiliare è da attribuire all’aumento della rischiosità delle imprese edili: a fine novembre 2012 il rapporto sofferenze lorde/impieghi per le imprese di costruzioni ha raggiunto il 12,8%, in forte aumento dal 10,3% di fine 2011 e dal 6,7% di fine 2010.
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