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Legge Stadi, il calcio non c’entra: è solo speculazione edilizia

Legge Stadi, il calcio non c’entra: è solo speculazione edilizia

Il calcio e gli stadi per gli Europei o i Mondiali non c’entrano nulla con il testo approvato dalla Commissione cultura della Camera.

Questa fretta ha del resto una ragione ben precisa: se approvato, il Disegno di Legge consegnerebbe a chi vuole realizzare speculazioni edilizie uno straordinario strumento per costruire in aree non edificabili in ogni Comune italiano. È un’ipocrisia parlare di calcio, non vi è del resto alcuna prossima manifestazione sportiva a cui l’Italia si sia candidata. E nemmeno la motivazione per cui attraverso la costruzione e gestione di stadi, finalmente rinnovati, si sarebbe riusciti a dare alle società calcistiche una voce di entrata importante come quella delle “concorrenti” europee non viene più utilizzata.

Questo provvedimento non è infatti pensato per le squadre di calcio ma per chi vuole realizzare speculazioni edilizie. Perché altrimenti prevedere che si possano realizzare case e alberghi, centri commerciali e uffici? E senza neanche una scadenza legata a un avvenimento sportivo, per cui varrà per sempre come procedura speciale, permettendo in pochi mesi di rendere edificabili terreni agricoli e persino, con alcune forzature, aree vincolate. Del resto l’unico grande stadio realizzato in Italia in questi anni, lo Juventus Stadium di Torino, non ha avuto bisogno di procedure speciali, né di essere finanziato dalla costruzione di case e alberghi.

Questa Legge, per i suoi contenuti, va assolutamente fermata. Legambiente con un dossier spiega i pericoli e i veri interessi che ci sono dietro un provvedimento in cui non ci si preoccupa certo dei tifosi ma solo di muovere cemento e speculazioni. Ma vi è anche una rilevante questione di democrazia e trasparenza, perché non è accettabile che un provvedimento di questa portata venga approvato senza che né l’Aula della Camera né quella del Senato possano discutere e votare un testo che non ha alcuna ragione di urgenza, ma che smonta completamente le normali procedure in materia urbanistica, edilizia e di vincoli ambientali.

Ma ecco un esempio dei contenuti più dirompenti del Disegno di Legge recante “Disposizioni per favorire la costruzione e la ristrutturazione di impianti sportivi anche a sostegno della candidatura dell’Italia a manifestazioni sportive di rilievo europeo o internazionale” (A.C. 2800)

‘Case e alberghi, centri commerciali e uffici: procedure speciali e nessun limite alla speculazione edilizia legata agli stadi’, commenta Legambiente.

Non sono le società di calcio a essere interessate a questo disegno di Legge ma coloro che vogliono realizzare speculazioni edilizie. Saranno loro a proporre alle società calcistiche di tutta Italia la costruzione di impianti da connettere a ben più voluminose operazioni immobiliari. Si potranno infatti rendere edificabili aree che oggi non lo sono per i piani vigenti. E in queste operazioni prevedere ‘attività residenziali, direzionali, turistico-ricettive e commerciali’ (articolo 4, comma 2).

La vera invenzione di questo provvedimento, l’autentico regalo agli speculatori è nella formula ‘complessi multifunzionali’ definiti come ‘complesso di opere comprendente ogni altro insediamento edilizio ritenuto necessario e inscindibile purché congruo e proporzionato ai fini del complessivo equilibrio economico e finanziario’. Tanto a proporre gli interventi sono operatori privati e a valutare è il Comune, senza nessun ruolo di verifica da parte del Ministero dello Sport o di altri Enti.

E a usufruire di queste procedure possono essere soggetti privati, purché stipulino un accordo con una società sportiva ‘per la cessione del solo impianto sportivo’ o per il semplice ‘diritto d’uso, a qualsiasi titolo’.

Che vuol dire tutto ciò? Che ad alcuni soggetti privilegiati, legati direttamente o indirettamente alle squadre di calcio, è concesso qualcosa che a tutti gli altri cittadini è vietato perché va contro la Legge e l’interesse generale. Gli è concesso in sintesi, di decidere con il beneplacito del Comune e in accordo con altri proprietari di aree, di far diventare edificabili aree che oggi non lo sono generando così un enorme guadagno che nulla ha a che fare con l’attività calcistica, gli stadi, i tifosi.

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