L’obiettivo della riforma è quello di allineare i valori catastali a quelli reali degli immobili

Per la determinazione del valore si calcolano i metri quadri al posto dei vani e si fa riferimento agli affitti della zona, in quanto le norme attuali sono lontanissime da quelle reali. Infatti, la fotografia catastale è vecchia di decenni e non corrisponde agli attuali valori di mercato. Così può succedere, ad esempio, che un attico del centro storico, una volta classificato come un bilocale e popolare, ora invece è immobile di lusso e vale catastalmente meno di un bilocale di periferia.

La riforma catastale, inserita dal Governo nella legge delega per la riforma fiscale appena varata, mira a riportare un po’ di equità nei valori dei fabbricati che servono, peraltro, come base imponibile per il calcolo dell’Imu. L’obiettivo, come abbiamo detto, è quello di commisurare la tassazione dell’immobile al suo valore reale.

Allo scopo, la riforma prevede diversi interventi sui criteri di calcolo del valore, che di seguito specifichiamo:
*Il valore sarà calcolato in base ai metri quadri e non più ai vani dell’immobile.
*La rendita media ordinaria sostituisce la rendita catastale come base imponibile per il calcolo delle imposte e sarà determinata dalla media dei canoni di locazione degli immobili della stessa zona nei tre anni precedenti. Questo valore verrà poi corretto con altri parametri come le caratteristiche edilizie, l’età dell’immobile ecc.
*I comuni saranno suddivisi in diversi ambiti territoriali del mercato per distinguere le zone di maggiore o minore pregio immobiliare.
*Il valore patrimoniale viene introdotto per personalizzare i valori dei singoli immobili rispetto alle attuali categorie catastali, troppo generiche e sempre inadeguate alla realtà del mercato. Il valore patrimoniale verrà calcolato in base all’ubicazione dell’immobile, ai valori delle locazioni e ai metri quadri di superficie.