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Edilizia: è ancora crisi, quali le cause?

Edilizia: è ancora crisi, quali le cause?

Il Presidente Ance espone le cause e propone le soluzioni: -230 mila posti di lavoro è un dato allarmante. Soluzione necessaria: sbloccare fondi e stimolare la riqualificazione urbana.

Dall’Osservatorio congiunturale Ance sull’edilizia italiana emerge un quadro decisamente sconfortante. La crisi è ancora in atto e dalle cifre non si evincono evidenti segni di ripresa: calo del 6,4% nel 2010 negli investimenti e per il 2011 si pronostica un’ulteriore diminuzione del 4%. Non vi è reale sviluppo, i livelli sono tornati a quelli del 1994, visto che dal 2008 al 2012 il settore costruzioni ha perso il 22,3%.

A parte la manutenzione straordinaria degli edifici, tutte le branche del sistema sono in difficoltà, come produzione di nuove abitazioni (-35,5%), edilizia non residenziale privata (-19,2) e lavori pubblici (-28,7%). Segno negativo anche per le compravendite nell’ultima parte dell’anno, scese del 3,7%, anche se all’inizio del 2011 avevano mostrato di essere in leggera ripresa. Tutto ciò non può non influire sull’occupazione, in cui si registrano 230 mila posti in meno.

Nel suo intervento in conferenza stampa, Paolo Buzzetti ha analizzato cause e soluzioni dell’impasse. Le cause della crisi edilizia in Italia vanno individuate nel credito sfavorevole alle imprese, nei pagamenti in ritardo alle p.a., nei fondi in calo per le infrastrutture e nelle risorse disponibili sfruttate con estrema lentezza. La soluzione necessaria è nella riqualificazione urbana, prendendo ad esempio la Francia, dove la riqualificazione urbana e le detrazioni fiscali hanno facilitato l’accesso all’abitazione.

Sarebbe necessario che il Governo indicasse chiaramente e tempestivamente come utilizzare i fondi stanziati dal Cipe e i fondi FAS. Fra le priorità anche il Patto di stabilità interno, che blocca gli investimenti nelle opere pubbliche.

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