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Il procedimento della mediazione-conciliazione

Il procedimento della mediazione-conciliazione

Gli organismi che saranno designati alla conciliazione sono in via di costituzione.

In pratica l’interessato dovrà presentare ad un organismo di conciliazione di sua scelta una domanda scritta con la descrizione sommaria della vicenda controversa. Successivamente l’ente convocherà la controparte e fisserà la data dell’incontro designando il conciliatore. Ovviamente se la controparte non si presenterà verrà redatto un verbale di mancata conciliazione e così si spalancheranno subito le porte del tribunale.

Se i contendenti si presenteranno all’incontro il mediatore cercherà di far loro chiarire nel modo più tranquillo ed imparziale i termini della vicenda attraverso colloqui congiunti e anche attraverso sessioni individuali. Questo servirà per mettere in luce i termini della vicenda ed i punti di vista delle parti, trovando quelli su cui cominciare a costruire un avvicinamento in vista di una possibile intesa.

L’attività di mediazione, se ben condotta, consentirà di capire quali siano i veri interessi e le effettive aspettative di ciascuna parte, al di là delle posizioni di facciata e di principio che fino a quel momento avevano bloccato le parti stesse. Alla fine nel massimo di quattro mesi si tireranno le somme: se non è stato raggiunto un accordo le parti potranno avviare, se credono, la causa giudiziaria.

La novità della mediazione-conciliazione è che le parti non devono essere necessariamente assistite da un professionista e quindi si possono presentare anche da sole. È evidente tuttavia che per le questioni di una certa complessità sarà assolutamente indispensabile l’assistenza di un professionista non soltanto esperto della materia, ma anche – e questo è fondamentale – bene addestrato a questa tipologia di procedura.

Infatti la scommessa per una buona riuscita della conciliazione si fonda soprattutto sulla preparazione, serietà e capacità del mediatore e dei consulenti che seguono le parti.

Talvolta può essere difficile trovare un accordo, difficle ma non impossibile. Spesso molti contenziosi non sono generati semplicemente da questioni di diritto o da violazioni contrattuali, ma sono quasi sempre aggravati e complicati da fattori psicologici, emotivi, da incomprensioni caratteriali, da atteggiamenti comportamentali, insomma da pesanti condizionamenti che nulla hanno a che vedere con il diritto e la legge. Queste situazioni psicologiche sono sicuramente difficili da rimuovere in tribunale, anzi normalmente esse vengono acuite, mentre invece potrebbero trovare un superamento proprio in sede di mediazione civile.

La condizione indispensabile, come detto, è che il mediatore e gli eventuali avvocati o professionisti che assistono le parti, siano capaci di far buon uso di psicologia e siano addestrati nelle tecniche della comunicazione. Per questo motivo i corsi di formazione che oggi vengono tenuti per preparare i mediatori non trascurano affatto gli aspetti relazionali e psicologici.

Psicologia e comunicazione sono le possibili armi vincenti della mediazione civile e la psicologia e la comunicazione si rivelano fondamentali per smontare piano piano la litigiosità e favorire un accordo.

Fonte: Uppi

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