“Un colpo al cerchio e uno alla botte”, questo lo stile del governo Renzi, da una parte l’approvazione dell’aumento in busta paga di 80 euro (per certe categorie), dall’altra un emendamento al Piano Casa, che però prevede l’aumento (come sempre) delle accise sui carburanti dal 2015.
L’emendamento riguarda gli interventi di recupero e messa a norma dell’edilizia popolare, che vengono autorizzati a beneficiare di alcune detrazioni, ottima cosa se non fosse che per finanziare questo intervento si prevedono aumenti delle accise a partire dal 2015.
Con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, le aliquote di accisa sui prodotti energetici usati come carburanti sono incrementate al fine di assicurare maggiori entrate per un ammontare non inferiore a 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2015 e 2016 e a 15 milioni di euro a decorrere dall’anno 2017.
L’Unione petrolifera denuncia questa pratica di aumenti dei carburanti ogni volta che lo stato vuole fare “cassa”, in alcuni casi utilizzato come clausola di salvaguardia in caso di mancati introiti, in questo modo si agisce “senza tener conto degli effetti che una simile politica ha sul potere di spesa delle famiglie, su un settore già profondamente in crisi.
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