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La Legge di Stabilità nell’ottica dalla Confedilizia

La Legge di Stabilità nell’ottica dalla Confedilizia

In occasione dell’audizione del Segretario Generale dell’Organizzazione, Giorgio Spaziani Testa, alla Commissione Bilancio del Senato la Confedilizia ha fatto sentire la sua voca. Ascoltiamola!

La legge di stabilità è gravemente recessiva sul piano generale ed assesta un colpo mortale ai segnali di ripresa del mercato immobiliare. Travolge l’impianto dell’imposizione immobiliare annunciato ad agosto e che avevamo condiviso. Che la Confindustria chieda in audizione la tassazione degli immobili non locati quando ha chiesto ed ottenuto l’esenzione dall’Imu degli immobili invenduti delle imprese, è segno dei tempi oltre che di una palese contraddittorietà. La legge di stabilità lascia infatti intatti i settori privilegiati del sistema delle cooperative, delle società immobiliari del grosso capitale e delle aziende locali dei servizi per raschiare il barile sempre, e solo, nel settore della proprietà diffusa, ormai allo stremo per come il ceto medio è stato colpito e continua ad essere colpito.

Fra l’altro, viene anche espressamente mantenuto il tributo provinciale ambientale (che grava sui proprietari di casa per quasi 300 milioni di euro) nonostante l’abolizione delle Province e nonostante ancora che esso sia un doppione dei contributi di bonifica (che fruttano oltre 200 milioni di euro). Occorre che questi madornali errori vengano rimossi. Si confida nel Parlamento, dice Confedilizia, a cominciare dal Senato, al quale l’Organizzazione ha illustrato le sue proposte, anche senza spese, ma che pur darebbero quel segno di fiducia di cui, soprattutto, ha bisogno lo Stato. Occorre che questi madornali errori, imposti dal partito della spesa, specie locale, vengano rimossi.

E ancora sulla legge stabilità, il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, ha dichiarato che il Sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta non può confrontarsi solo con i comuni. Baretta, infatti, ha dato alla radio l’annuncio, ripreso dalle agenzie di stampa, che sulla Trise si confronterà ulteriormente con i Comuni. Ma la preoccupazione degli enti locali è solo quella di aumentare le proprie entrate, come se la loro spesa fosse incontenibile e indiscutibile nonostante tutti gli sprechi che si vedono abbondanti nella gran parte dei medi e grossi centri urbani.

La via di Baretta, dice Sforza Fogliani, di chiedere formalmente il confronto solo agli enti tassatori non è dunque la via giusta. Oltretutto bisogna ricordare sempre che tutti i guai dell’attuale legge di stabilità dipendono dal fatto che la Service Tax esaminata e decisa nel Consiglio dei ministri di fine agosto è stata dalla burocrazia completamente stravolta e trasformata in una pura e semplice Imu-bis, sotto la spinta e con il plauso proprio degli enti locali che non tollerano alcuna forma di federalismo competitivo, che invece sarebbe l’unico modo per ridurre sotto controllo, dopo gli abbondanti tagli fatti alle spese dello Stato, la tuttora incontrollata spesa locale.

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