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Novità fiscali: niente Irpef per gli immobili sfitti

Novità fiscali: niente Irpef per gli immobili sfitti

Nel decreto Imu nessuna deducibilità al 50% ai fini Ires ed Irpef. Possibilità di sconto per imprese e professionisti rinviati alla Legge di Stabilità.

Rinviata la deducibilità dell’Imu e nessun intervento del Governo per il ripristino dell’Irpef per gli immobili sfitti, ovvero sulla misura che faceva figurare al 50% la rendita catastale di seconde case e immobili non locati nel reddito imponibile. Si fa notare che i due interventi sono correlati tra loro in quanto l’imponibilità delle rendite catastali il cui gettito stimato era di 1,6 miliardi di euro avrebbe dovuto compensare la deducibilità Imu per capannoni e immobili strumentali. In generale, l’Imu sugli immobili strumentali incide per il 40% sul totale versato, quasi 10 miliardi di euro.

É stata abolita l’Imu per gli immobili invenduti. È questo l’unico intervento attualmente in vigore che favorisce le imprese operanti nel settore dell’edilizia, uno tra i più colpiti dalla crisi economica, e gli immobili invenduti, per i quali appunto l’Imu è stata abolita. Tuttavia, secondo la CNA la cancellazione dell’ Imu sugli immobili invenduti sarebbe un semplice palliativo per le imprese, mentre sugli artigiani stanno per abbattersi oneri pesantissimi: l’aumento dell’Iva, ad esempio, e la nuova service tax o Taser che dir si voglia, oltre alla Tares che per quest’anno resta in vigore.

Secondo la CNA, mettere le imprese in attesa di una possibile deducibilità Imu significa sottovalutare la crisi e non dare alcun sostegno ad un settore ad alto rischio. La CNA ricorda, infatti, che ben il 63% delle imprese ha chiesto finanziamenti per riuscire a fare fronte alle ultime scadenze fiscali e mette in evidenza il problema prioritario: la riduzione del cuneo fiscale sulle imprese per garantire la sopravvivenza del tessuto produttivo del Paese. È proprio questo il motivo per cui la CNA assicura che continuerà a battersi per evitare l’aumento dell’Iva che rischia concretamente di affossare i consumi.

“Invece di andare ulteriormente a penalizzare famiglie e imprese – dice CNA – il Governo e le Amministrazioni locali dovrebbero ridurre le imposte sul tessuto economico (Iva compresa, per rilanciare il mercato) senza tentare di riproporle sotto mentite spoglie”.

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