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Fisco e Iva: evitare l’aumento attingendo alle risorse disponibili

Fisco e Iva: evitare l’aumento attingendo alle risorse disponibili

Secondo il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, la storia della fiscalità insegna che un’imposta, una volta varata, non viene più abbandonata.

E con un aggravio dell’Imu – come vorrebbe il partito della spesa – su una sola indeterminata categoria di case (peraltro scelte con criteri che non si sa, o non si vuole, indicare) si violano due principii costituzionali nello stesso tempo: quello che un bene non può essere colpito oltre il reddito che produce e quello di trasformare un’imposta reale in un’ulteriore imposizione fiscale ispirata alla progressività, invece dalla nostra Costituzione indissolubilmente legata alla redditività. La Commissione Ceriani ha individuato una somma di ben 500 milioni l’anno (la metà di quanto occorre per evitare l’aumento Iva) l’anno di erosione fiscale immobiliare da parte di particolari società e fondi.

È lì che bisogna attingere per nuove risorse, è lì che si trovano categorie sociali locupletate da anni e anni di sussidi sulla base del ritornello lanciato dal potere mediatico di favorire imprese e lavoro. Categorie con posizioni reddituali neanche minimamente paragonabili a quella della proprietà edilizia diffusa, sulla quale c’è chi vorrebbe ancora una volta gravare dopo che essa ha già concorso come nessun’altra allo sforzo di risanamento dei conti pubblici.

È ora di non dare più ascolto al potere mediatico o al potere burocratico, nazionale o internazionale, che per salvaguardare i propri alti stipendi si oppone ad ogni minimo principio di equità o di sforzo comune nel sostenere i conti pubblici. Occorre non seguire più indicazioni di categorie privilegiate e sempre di volta in volta ripetutamente escluse dalla chiamata a concorrere alle necessità della comunità.

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