È stata presentata alle Commissioni Bilancio e Finanze della Camera la relazione sul Decreto Imu.
Nella relazione sono illustrati i vantaggi e gli svantaggi dei provvedimenti presi dal Governo. In particolare, si segnala la necessità di un ridisegno complessivo della tassazione immobiliare e di un alleggerimento per la tassazione degli immobili strumentali. Servirebbe, inoltre, incentivare le compravendite immobiliari con interventi che ne stimolino la ripresa, interventi che mancano nel Decreto Imu a dispetto delle “promesse” al Senato. Peraltro, si dice nella relazione, da nessuna parte viene «compiutamente dimostrata» la correlazione tra l’abolizione dell’Imu sulla prima casa ed il sostegno della domanda interna.
Per quanto riguarda la Service tax, nella relazione si dichiara che è «assolutamente necessario che il Parlamento e il Governo comincino fin da ora a chiarire “quale” imposta comunale sui servizi verrà introdotta al posto dell’Imu sull’abitazione principale: sarà più vicina a una poll tax (il costo dei servizi viene semplicemente diviso pro capite) o avrà una componente legata al valore patrimoniale? Sarà pagata da tutti i residenti? Solo dalle famiglie o anche dalle imprese? Come si intreccerà con l’Imu? E come si intende evitare, o riequilibrare, l’impatto certamente regressivo dovuto al fatto che una parte della nuova imposta sarà a carico delle famiglie non proprietarie della casa di abitazione?.
E per gli affitti, si dice ancora nella relazione, urge correggere la distorsione creata nel passaggio dall’Ici all’Imu sugli immobili sfitti. In tema di affitti, tuttavia, nella relazione stessa viene sottolineata la positività degli interventi sulla riduzione della cedolare secca per gli affitti a canone concordato. Proseguendo su questa strada, nella definizione della nuova tassa sui servizi comunali, che con tutta probabilità peserà tanto sui proprietari quanto sugli affittuari, bisognerebbe valutare «un aumento delle detrazioni a beneficio degli affittuari ovvero una differenziazione delle aliquote Imu a beneficio dei proprietari, sempre con l’obiettivo di incentivare il canale del canone concordato».
Comunque, prima di procedere ad una valutazione e ad una modifica del Decreto Imu, le Commissioni dovranno attendere l’ok alla delega fiscale della Commissione Finanze oltre che la nota di variazione al DEF da parte del Ministero dell’Economia, per avere un quadro complessivo delle azioni da compiere.
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