Così la Fiaip: con l’eliminazione dell’Imu sulla prima casa si mettono i primi mattoni per il rilancio del comparto immobiliare.
Per Fiaip l’eliminazione dell’Imu è il primo passo verso il rilancio del settore immobiliare: l’abbassamento della pressione fiscale sulla casa ridarà fiato ad un settore che era stato fortemente penalizzato dal precedente Governo. La Federazione Italiana Agenti immobiliari Professionali si dice soddisfatta per l’eliminazione della tassazione in forma patrimoniale sugli immobili. Fiaip si dice favorevole anche all’introduzione della tassa dei servizi (service tax), che dovrà vedere esplicitata l’equazione tra la qualità dei servizi municipali e il carico fiscale.
Sul tema il Presidente Nazionale Fiaip, Paolo Righi ha dichiarato: “Il Governo Letta sta lavorando egregiamente per rilanciare il settore immobiliare e l’economia in generale, l’abolizione dell’Imu è un boccata di ossigeno per la quasi totalità delle famiglie Italiane”.
Confedilizia così commenta: “il 10% contribuenti paga per più del 50% dell’intero gettito”.
Il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, ha dichiarato che nelle polemiche sull’Imu occorre fissare alcuni punti fermi, perché non si continui nel gioco degli equivoci. Primo punto fermo: un tributo non è federalista solo perché il suo gettito è destinato agli enti locali. Federalista è un tributo previsto da una fiscalità locale competitiva invece che cooperativa o, addirittura, aggiuntiva. Solo così i contribuenti possono votare camminando, trasferendosi cioè dove meglio si amministra.
Secondo punto fermo: la progressività, per non parlare di proposte di piena demagogia egualitaristica, ha una sua connotazione essenziale, come ha detto la Corte costituzionale, che è quella di essere direttamente collegata al reddito e quindi alle imposte reddituali. È come tale inconciliabile, concettualmente e costituzionalmente oltre che praticamente, con un’imposta reale, che prescinde per definizione dal reddito della persona incisa, pena l’inammissibile risultato di un esproprio surrettizio dovuto all’assommarsi di più progressività su diversi tributi.
In ogni caso, è bene ricordare – per mettere le cose a posto – che il nostro sistema fiscale è già caratterizzato da una forte progressività: uno studioso come Alberto Bisin ha calcolato che il 10% della popolazione con redditi più elevati contribuisce per più del 50% all’intero gettito delle imposte.
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