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Casa e Fisco: l’Imu sarà accettata se nascerà anzitutto nella chiarezza

Casa e Fisco: l’Imu sarà accettata se nascerà anzitutto nella chiarezza

Così Confedilizia: “L’Imu va completamente abbandonata, per un sistema che coniughi il beneficio che i contribuenti ricevono dalle opere apprestate dagli enti locali con la redditività del bene sottoposto a tassazione.

Secondo il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, l’Imu non è un’imposta da accettare in un sistema fiscale civile: colpisce anche chi non ha reddito o non percepisce dal bene inciso neppure l’importo dell’imposta, dice Confedilizia. Va completamente abbandonata, per un sistema che coniughi il beneficio che i contribuenti ricevono dalle opere apprestate dagli enti locali con la redditività del bene sottoposto a tassazione, com’è nei Paesi con un fisco equo ed in ossequio ai prinicipii stabiliti dalla nostra Corte costituzionale e, poi, anche da quella tedesca. Per una service tax, il sistema concepito dal Governo Berlusconi e varato dal Consiglio dei ministri il 24.10.’11 è una buona traccia. Si deve pagare solo per i servizi che si ricevono e devono pagare tutti quelli che di questi servizi godono, compresi i non residenti.

L’imposizione deve poi essere impostata nell’ottica di un federalismo di concorrenza fra enti impositori, e non di un federalismo, come è avvenuto, che serva solo ad aggiungere nuovi tributi nella rigorosa esclusione di ogni tipo di concorrenza. Per un’imposizione caratterizzata dalla corrispettività, i parametri di riferimento per l’applicazione della stessa, dovranno essere stabiliti dallo Stato nel provvedimento istitutivo, ma ai Comuni andrà lasciata la responsabilità dell’individuazione del «peso» e delle detrazioni, per i singoli parametri.

Solo così funzionerà, costituendo un imprescindibile presupposto del contenimento della spesa pubblica non giustificata il principio del «vedo, pago, voto», che i Comuni devono accettare e non solo proclamare, pensando peraltro ad un federalismo solo aggiuntivo come fino ad oggi hanno ottenuto. Il potere di governare i parametri della service tax nella loro incidenza finale e il criterio del beneficio porteranno necessariamente le comunità locali a scelte responsabili, instaurando un rapporto diretto dei contribuenti con il territorio e mettendo gli stessi nella possibilità di operare confronti, che genereranno buongoverno. La Service tax solo nella logica di un federalismo concorrenziale e che porti a risparmi nella spesa pubblica.

Il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, conclude: “La nuova tassazione degli immobili ci sarà, e sarà accettata, se nascerà anzitutto nella chiarezza. E, tanto per cominciare, da nessun pulpito si deve mischiare l’Irpef con l’Imu proponendo inaccettabili baratti, tanto più che ci sono anche molti capannoni industriali colpiti dallo sfitto involontario. Ed è un’ignominia pensare di penalizzare immobili, di qualsiasi genere, non locati quando tutti sanno che alla base di tale loro stato c’è la crisi e non la speculazione, come fa finta di credere chi è condizionato da ottocentesche ideologie. La gente, si ribellerebbe. Accetterebbe, invece, quella service tax che la Confedilizia ha proposto già nella sua audizione in Senato del 13 giugno scorso proprio perché questa tassa è caratterizzata dalla terzietà, dall’oggettività e, in particolare, dalla sua capacità di inserirsi nella logica di un federalismo non di imposte aggiuntive, come finora accaduto, ma di concorrenza che porterebbe al buongoverno e, in primo luogo, a risparmi nella spesa pubblica”.

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