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Imu prima casa: bocciata l’abolizione dal Fondo Monetario Internazionale

Imu prima casa: bocciata l’abolizione dal Fondo Monetario Internazionale

Il Fondo Monetario si oppone all’ipotesi di abolire l’Imu sulla prima casa.

Il (FMI) Fondo Monetario Internazionale, nel report sull’Italia del 4 luglio, indica una serie di priorità, ovvero più occupazione per giovani e donne e meno tasse su imprese e lavoro. L’imposta sugli immobili, secondo gli esperti di Washington, non sarebbe da abolire per la prima casa. Anzi, la tassa sulla proprietà sulla prima casa dovrebbe essere mantenuta per ragioni di equità ed efficienza e la revisione dei valori catastali accelerata per assicurare l’equità. Una posizione che in realtà è perfettamente in linea con quella contenuta nelle raccomandazioni europee all’Italia – che hanno accompagnato l’uscita dalla procedura per deficit eccessivo – e anche con quanto espresso dal presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, secondo il quale la priorità in materia di politiche economiche per il futuro immediato, più che l’Imu o l’Iva, deve essere il taglio del cuneo fiscale.

Il Fondo Monetario Internazionale insiste soprattutto sulla necessità di puntare sul competitività e produttività delle imprese e mercato del lavoro, sull’occupazione dei giovani e delle donne. Quali le prospettive per l’Italia?

Il capitolo tasse reca la raccomandazione a non togliere l’Imu sulla prima casa, mentre più in generale si insiste su Spending Review, lotta all’evasione fiscale e al riciclaggio, aumento delle imposte di successione, infrastrutture. E poi abbassare le tasse sul lavoro, che sono superiori di quattro punti di PIL rispetto alla media europea per stimolare l’occupazione e gli investimenti delle imprese.

Secondo stime sul PIL, il 2013 si chiuderà con un segno negativo pari al -1,8%, mentre il 2014 sarà l’anno del ritorno alla crescita con +0,7%, con un miglioramento di due punti percentuali rispetto alle precedenti previsioni. La ripresa inizierà già a fine 2013, supportata in particolare dalle esportazioni e da una modesta ripresa degli investimenti.

È fondamentale proseguire sulla strada delle riforme: ovvero quelle su lavoro, liberalizzazione del mercato del gas, professioni, costi dell’energia elettrica (circa il 40% più alti che in Francia e Germania), privatizzazioni, spending review, norme anticorruzione, sistema giudiziario.

Prioritaria l’occupazione. Innanzitutto è prioritario migliorare le politiche attive per il lavoro, supportando in particolare l’inserimento dei giovani. Secondo l’FMI, bisognerebbe pensare a un contratto di inserimento per i giovani che aumenti gradualmente le protezioni. Ma questa ipotesi al momento non è prevista da nessuna riforma.

Incoraggiata la contrattazione di seconda livello, proposte agevolazioni fiscali per il secondo stipendio in famiglia, generalmente quello delle donne, la cui partecipazione al mondo del lavoro, come sottolinea il report, è intorno al 50% ed è una delle più basse d’Europa.

Il FMI fornisce infine una serie di raccomandazioni al sistema bancario e una precisa richiesta di migliorare il finanziamento alle PMI, anche spingendo su nuovi strumenti finanziari come i mini-bond.

Per maggiori informazioni vai al Report FMI del 4 luglio 2013.

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