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Mercato immobiliare, le compravendite secondo Nomisma

Mercato immobiliare, le compravendite secondo Nomisma

Secondo lo studio di ricerca bolognese, gli ultimi segnali registrati sembrano incoraggianti.

Il calo tendenziale delle quotazioni rilevato nelle 13 città intermedie appartenenti al campione Nomisma è risultato di gran lunga il più intenso dall’inizio della crisi ad oggi, ricalcando per omogeneità e consistenza l’andamento registrato sul finire del 2012 in corrispondenza delle aree urbane di maggiori dimensioni. Il ridimensionamento dei prezzi, però, non è di per sé un elemento sufficiente a riportare verso il comparto una quota significativa della domanda potenziale. L’interesse potenziale delle famiglie più che doppio rispetto agli attuali livelli di attività induce a ritenere che è dal settore bancario, prima ancora che dal repricing, che dipendono le possibilità di rilancio a medio termine del mercato immobiliare al dettaglio.

Già nel 2011 si era assistito a un allungamento dei tempi maggiore rispetto a quello che si poteva prevedere in base al trend che aveva caratterizzato questo indicatore nel corso degli anni 2000. Nel 2012 e nei primi mesi del 2013 si è avuto un ulteriore balzo in avanti, con incrementi nell’ordine dei 2 mesi per le abitazioni nuove, dei 2,5 mesi per quelle usate, dei 2,7 mesi per uffici, capannoni e box auto; i tempi di vendita sono giunti ad attestarsi così tra i 9 mesi delle abitazioni nuove e i 13 mesi dei capannoni industriali.

Nel segmento della locazione i tempi risultano mediamente più contenuti e, soprattutto, non hanno fatto segnare i massicci incrementi registrati sul versante della vendita e le aspettative di realizzo da parte dell’offerta si scontrano con una domanda debole e con ridotte capacità di spesa, al punto che chi è intenzionato a vendere deve praticare un sconto elevato sul prezzo richiesto.

Infine, le proiezioni per il biennio 2013-2014 delineano un’ulteriore contrazione dei prezzi degli immobili, in risposta al deterioramento della situazione economica generale e del mercato immobiliare in particolare. Il peggioramento delle aspettative relative a reddito delle famiglie, livelli occupazionali, erogazioni degli istituti di credito e transazioni immobiliari, fanno sì che anche per i prezzi risulti accentuato l’andamento deflattivo. L’anno in corso dovrebbe chiudersi in tutti i comparti con una caduta media prossima ai 5 punti percentuali, mentre nel 2014 la flessione si dovrebbe attestare poco al di sotto del 4%.

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