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IMU 2013: stop per le famiglie, rincari per le imprese

IMU 2013: stop per le famiglie, rincari per le imprese

Per uffici, negozi, capannoni e immobili d’impresa sarà più alta la prima rata IMU di giugno: in aumento coefficienti e le aliquote.

Il conto IMU, infatti, sarà più salato nel 2012 per le imprese, in base a due norme diverse, una contenuta nel Salva Italia e l’altra nella Finanziaria 2013. Infatti, aumenta il moltiplicatore fiscale di capannoni e immobili strumentali all’attività aziendale e aumentano anche le aliquote comunali sugli immobili d’impresa, mentre per le famiglie è stato deciso lo stop alla prima rata di giugno sulla prima casa. Il decreto Salva Italia Dl 2012/2011 ha programmato per il 2013 un aumento dell’8,3% dei valori fiscali di riferimento per i capannoni industriali, con il moltiplicatore che passa da 60 a 65, provocando di conseguenza un aumento generalizzato della base imponibile sulla quale si calcola l’Imu da pagare

La seconda norma aumenta la tassa per le imprese attribuendo lo 0,76% sugli immobili del gruppo catastale D e non dà ai Comuni la possibilità di effettuare sconti contenuta nella Legge di Stabilità. In sintesi, si pagherà di più in tutti i Comuni che nel 2012 avevano concesso sconti sugli immobili del gruppo D, fra i quali anche alberghi, cinema e teatri. Il rischio è quello di provocare un effetto al rialzo delle nuove aliquote che i Comuni possono deliberare per il 2013. Infatti, nelle grandi città per le aliquote 2013 c’è un rincaro del 50% e nei Comuni che avevamo concessi sconti e agevolazioni nel 2012 si registrano aumenti dal 106 al 187%.

Per negozi e uffici, invece, la base imponibile non cambia. Da notare che il gettito fiscale su questi immobili va interamente all’ente locale, che può quindi prevedere agevolazioni e aliquote flessibili. Comunque, l’Imu sarà più cara in tutti i Comuni che hanno alzato le aliquote rispetto al 2012, ma in mancanza di nuove deliberazioni valgono quelle dell’anno scorso. Rispetto all’acconto del giugno 2012, c’è una differenza: in quel caso si pagava sempre in base all’aliquota standard, ovvero lo 0,76%, con conguaglio a dicembre, mentre quest’anno si applica l’aliquota comunale che spesso è all’1,06.

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