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Salvare l’Immobiliare e gli affitti dei più deboli: l’appello delle Associazioni

Salvare l’Immobiliare e gli affitti dei più deboli: l’appello delle Associazioni

Sviluppare il mercato dell’affitto, contrastare la crisi del mercato immobiliare, incentivare l’attività edilizia deve costituire una priorità per realizzare obiettivi di ripresa economica e di tenuta sociale.

Soprattutto nel settore del recupero e della ristrutturazione, sarà possibile intraprendere questa strada se lo Stato assumerà iniziative coerenti e se la fiscalità immobiliare sarà adeguata a principi di equità e di razionalità. Partendo da questi convincimenti, le Associazioni APPC, ASPPI, CONFEDILIZIA e UNIONCASA si rivolgono al Presidente del Consiglio incaricato affinché il programma di Governo muova in questa direzione

A questo proposito le quattro Associazioni della proprietà indicano le misure immediate da adottare per produrre risultati concreti e ricreare un clima di fiducia e di aspettative positive fra proprietari di immobili, locatori e conduttori, operatori del mercato immobiliare, imprese.

Misure riassumibili in quattro punti:
1) Confidando in una più complessiva revisione dell’Imu, è indispensabile ed urgente applicare l’aliquota ridotta del 4 per mille ai contratti di locazione a canone concordato che sono a rischio sopravvivenza con il venir meno di fatto dei vantaggi fiscali che ne hanno accompagnato l’istituzione. Questi contratti costituiscono l’unico strumento esistente per calmierare il mercato a favore degli inquilini più deboli e una opportunità essenziale per i locatori che intendono affittare a condizioni agevolate.

2) Si chiede lo slittamento al 2014 dell’entrata in vigore della Tares (il nuovo tributo sui rifiuti che contiene una maggiorazione per finanziare i servizi indivisibili dei Comuni). Tale richiesta è motivata, fra l’altro, da una ragione di fondo: il nuovo Parlamento riesamini e corregga i meccanismi del tributo, che sono pesantemente iniqui. La maggiorazione per finanziare i servizi indivisibili dei Comuni era stata prevista in una situazione che escludeva le abitazioni principali dal pagamento dell’Imu e rappresentava una modalità discutibile, ma motivata, per far contribuire i residenti alla copertura dei costi di tali servizi. Ma ora, con l’Imu estesa alle abitazioni principali, tale maggiorazione non ha più motivazioni ragionevoli.

3) Si chiede altresì lo scorporo della riforma del Catasto dalla delega fiscale varata dall’attuale Governo. Il riordino del Catasto è questione troppo importante per essere affidata a meccanismi apparentemente razionali (algoritmi), ma avulsi da ogni valutazione di merito sulla reale redditività e sul reale valore degli immobili. Inoltre, occorre – in uno Stato di diritto – dare la possibilità ai contribuenti (possibilità ora – paradossalmente – negata) di impugnare giurisdizionalmente, anche nel merito, le tariffe d’estimo.

4) Si chiede da ultimo la proroga dei termini per le detrazioni fiscali relative alle ristrutturazioni edilizie e al recupero di efficienza energetica degli immobili. Questo provvedimento incentiverebbe, come si è visto fino ad ora, una consistente mobilitazione di investimenti privati e darebbe un forte impulso all’attività delle imprese, soprattutto piccole e medie.

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