Fra le numerose situazioni di sofferenza presenti nel Paese, quella che vive il mercato degli affitti è sicuramente grave e preoccupante, tanto da far venir meno le condizioni minime di convenienza ad affittare.
Stretti fra una imposizione fiscale sempre più aggressiva e i rischi di morosità degli inquilini che crescono in maniera esponenziale, molti proprietari sono spinti ad abbandonare la locazione. Nel contempo è venuta meno ogni forma di sostegno sociale agli inquilini in difficoltà, spesso esposti doppiamente alla crisi sul fronte del lavoro e della casa.
Rilanciare il mercato dell’affitto costituisce una esigenza sociale prioritaria e una condizione della crescita che, in condizioni diverse, potrebbe essere alimentata dagli investimenti per il recupero di migliaia di abitazioni da destinare all’affitto.
APPC, ASPPI, CONFEDILIZIA e UNIONCASA rivolgono una pressante richiesta al Presidente del Consiglio incaricato, ai Partiti e ai Gruppi Parlamentari impegnati a dar vita al nuovo Governo affinché considerino questo tema fra le questioni urgenti e prioritarie.
In particolare, va dato un segnale immediato ai locatori e ai conduttori relativamente alla sopravvivenza dei contratti a canone concordato, che rischiano di essere messi fuori gioco, da ultimo, dalle modalità di applicazione dell’IMU. Questi contratti costituiscono l’unico strumento esistente per calmierare il mercato a favore degli inquilini più deboli e una opportunità essenziale per i locatori che intendono affittare a condizioni agevolate.
I vantaggi fiscali che esistevano in termini di IRPEF e ICI vanno ripristinati, a cominciare dall’applicazione di una IMU ridotta al 4 per mille, che consentirebbe il rilancio di questa forma contrattuale.
Le limitate risorse impegnate in questa direzione sarebbero fortemente compensate dai vantaggi di una minore tensione abitativa che oggi si scarica sui Comuni e dall’impulso che ne deriverebbe per tutto il mercato dell’affitto.
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