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Tassazione di immobili storico-artistici locati: nuove norme per soggetti Ires

Tassazione di immobili storico-artistici locati: nuove norme per soggetti Ires

Il Dl 16/2012 ha introdotto delle modifiche al regime di tassazione dei fabbricati che non sono beni strumentali oppure beni nei quali si svolge attività dell’impresa.

Con la risoluzione n. 114/E del 31 dicembre, l’Agenzia delle Entrate interviene ha stabilito nuove norme per gli immobili riconosciuti di interesse storico-artistico, in particolare a favore del un’interpretazione contribuente in caso di locazione di questi immobili. In particolare, nel documento di prassi, l’Amministrazione finanziaria afferma che, per determinare l’imponibile ai fini Ires di questi “beni patrimonio” ( e non “merce”), i valori da confrontare sono il canone annuo ridotto del 35% e la rendita catastale diminuita del 50 per cento.

La risposta dei tecnici dell’Agenzia delle Entrate, che fornisce un’interpretazione logico sistematica delle norme introdotte dall’articolo 4 del Dl 16/2012 (“decreto semplificazioni tributarie”), si fonda sul presupposto che il legislatore ha espressamente stabilito che il reddito medio ordinario degli immobili storico-artistici locati in esame è costituito dalla rendita catastale rivalutata, ridotta del 50%, a prescindere dal loro effettivo utilizzo.

Ne consegue, che il reddito medio ordinario degli immobili storico-artistici locati, così determinato, deve rimanere fermo anche nell’ipotesi in cui l’immobile di interesse storico/artistico è locato. Questo perché si tratta di un reddito potenziale e figurativo e, quindi, indipendente dagli effettivi utilizzi del bene; pertanto, non sussistono ragioni per differenziarlo in ragione della eventuale locazione.

Per la categoria del reddito fondiario, infatti, il presupposto dell’imposta scaturisce dal possesso qualificato del cespite patrimoniale, che di per sé è considerato dal legislatore rappresentativo di capacità contributiva e si concretizza in un reddito potenziale e figurativo, tant’è che è costituito da un “reddito medio ordinario” determinato mediante l’applicazione della rendita catastale.

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