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Sanatoria catastale, ultima scadenza entro il 2 aprile 2013

Sanatoria catastale, ultima scadenza entro il 2 aprile 2013

È stato pubblicato l’elenco degli immobili fantasma ai quali sarà applicata la rendita presunta. Eventuali ricorsi si dovranno fare entro il 30 gennaio 2013.

E così l’emersione degli immobili fantasma prosegue. È stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale l’elenco dei Comuni in cui sono stati individuati i fabbricati non dichiarati in Catasto, ai quali verrà ora applicata una rendita presunta. In base al Decreto legge fiscale 16/2012, per gli immobili ai quali è stata attribuita la rendita presunta si deve presentare domanda di aggiornamento catastale entro 120 giorni dalla pubblicazione del comunicato in Gazzetta Ufficiale. Le domande andrebbero quindi consegnate entro il 30 marzo 2013, ma il termine slitta al 2 aprile perché il 30 marzo cade di sabato.

In mancanza di presentazione degli atti di aggiornamento caatastale saranno applicate severe sanzioni amministrative, addirittura quadruplicate, in base al Decreto legislativo 23/2011 sul federalismo fiscale.

Nel caso in cui non siano ritenuti equi i dati contenuti negli atti di attribuzione della rendita presunta, è possibile presentare ricorso alla Commissione tributaria provinciale competente entro il 30 gennaio 2013, ovvero nei 60 giorni a partire dalla pubblicazione del comunicato in Gazzetta Ufficiale. Le procedure indicate dall’Agenzia del Territorio completano la seconda fase del processo di regolarizzazione degli immobili.

Si ricorda che la sanatoria catastale è stata prevista dal Decreto Legge 78/2010 per fare emergere gli immobili completamente sconosciuti al Catasto e le modifiche edilizie che, anche se autorizzate, non sono mai state dichiarate in Catasto per evitare il pagamento di tasse maggiorate.

Come già spiegato dall’Agenzia del Territorio, si tratta di una regolarizzazione diversa dal condono edilizio perché durante i rilievi i tecnici possono scoprire solo se l’immobile è accatastato, ma non possono appurare se lo stesso immobile ha oppure non ha i permessi edilizi e urbanistici. Questo accertamento, infatti, compete al Comune.

NOTA
A maggio scorso, il completamento della prima fase della sanatoria catastale ha fatto stimare un aumento del gettito pari a 472 milioni di euro, di cui 356 milioni rilevanti ai fini Imu, 110 milioni ai fini dell’imposta sui redditi, cioè Irpef e cedolare secca, e 6 milioni per l’imposta di registro sui canoni di locazione. Infatti, gli edifici prima sconosciuti al Catasto perché non dichiarati vengono tassati in base alla consistenza e alle caratteristiche emerse durante i rilievi.

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