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Strategia energetica nazionale, le osservazioni di Legambiente

Strategia energetica nazionale, le osservazioni di Legambiente

“Serve più coraggio per innovare il sistema energetico e uscire dalle fonti fossili”, dice Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente, nell’introduzione al documento di osservazioni che Legambiente ha elaborato sulla Strategia energetica nazionale presentata dal Ministero dello Sviluppo economico.

Secondo Legambiente, decidere di presentare una proposta di Strategia energetica nazionale in una fase così delicata per la crisi economica, energetica e climatica che stiamo attraversando, ci sembra positiva e apprezzabile, ma in un momento di tale crisi serve un segnale più forte da parte del governo per innovare davvero un settore strategico per lo sviluppo economico e ambientale del Paese.

“Il documento – continua Zanchini – è contraddittorio, a parole dichiara di voler promuovere rinnovabili ed efficienza energetica senza però dare strumenti certi e timing adeguati al loro effettivo sviluppo. Nei fatti, e con interventi precisi, però ne ostacola lo sviluppo e dà il via libera alle trivellazioni per estrarre petrolio e gas. Ora più che mai, invece, servirebbero prospettive coraggiose e innovative per rilanciare l’economia e dare fiducia a cittadini e imprese riducendo le spese in bolletta e fornendo gli strumenti giusti per competere nell’economia del futuro”.

Nello specifico, Legambiente punta il dito sulla transizione per ridurre importazioni e consumi di fonti fossili, per cui il documento invece di puntare decisamente alla riduzione del consumo e delle importazioni di fonti fossili, individua, sia per l’efficienza energetica che per le fonti rinnovabili, strategie generiche e strumenti inadeguati a raggiungere quanto previsto e propone un rilancio della produzione di idrocarburi nazionali che appare incoerente oltre che sbagliata.

È l’efficienza energetica il primo indispensabile pilastro del nuovo scenario energetico. Il Parlamento europeo ha appena approvato, in Commissione Industria, la proposta di Direttiva sull’efficienza energetica che prevede target vincolanti di riduzione del 20% dei consumi di energia entro il 2020. Ogni Paese dovrà definire una “roadmap”, con target intermedi, e sono previste sanzioni per i Governi inadempienti. Il nostro paese non ha ancora alcuna politica che spinga chiaramente in questa direzione: il Piano di azione per l’efficienza energetica, approvato lo scorso anno, è infatti inadeguato come obiettivi e manca degli strumenti attuativi.

Occorre quindi spingere l’efficienza attraverso standard e incentivi, fissando miglioramenti progressivi nelle prestazioni di elettrodomestici, tecnologie e sistemi energetici industriali con incentivi e scadenze per gli standard meno efficienti (da togliere dal commercio), e che introduca obblighi per le tecnologie già competitive; dare certezza agli strumenti in vigore; rendere strutturali le detrazioni fiscali per gli interventi di efficienza energetica (il cosiddetto 55%); aumentare gli obiettivi fissati per i certificati bianchi, fissare dei criteri minimi di efficienza energetica e di emissioni di CO2, a partire dall’obbligo di cogenerazione per i progetti di nuovi impianti energetici.

Rispetto all’efficienza energetica in edilizia, quanto previsto dalla SEN appare del tutto insufficiente, perché non fornisce indicazioni chiare per il recepimento nelle normative, controlli e sanzioni, criteri per mettere assieme il più efficace mix di soluzioni progettuali tecnologiche e impiantistiche sostenibili. Il tema della certificazione energetica deve diventare centrale, per dare una direzione chiara a tutto il settore delle costruzioni.

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