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Cantiere Italia, gli obiettivi della strategia energetica

Cantiere Italia, gli obiettivi della strategia energetica

Obiettivi racchiusi in un trinomio: decarbonizzazione, indipendenza energetica e antisismica.

In proposito, il Dr. Carlo Belvedere Segretario Generale di Ascomac, Federazione aderente a Confcommercio Imprese per l’Italia e Socio di Federcostruzioni, nel corso della Audizione al MSE sulla SEN lo scorso 31 ottobre: ‘La Strategia Energetica nazionale deve porsi Obiettivi ambiziosi, in primis la Decarbonizzazione e l’Indipendenza energetica del Paese; nel contempo, avere e, quindi, dare al Paese Vision, Governance, Modelli, Scelte, Programmi, Misure, Strumenti, Comportamenti per la Crescita Sostenibile dell’Italia. Un Documento, quello in consultazione, pur tuttavia, che finisce per ‘certificare puntualmente le azioni in atto’, più che ‘guardare al futuro e indicare le scelte di fondo relative al modello di organizzazione del sistema energetico, al fine di individuare il mix di fonti, tecnologie e soluzioni impiantistiche più adeguate per un Paese più sostenibile’.

Il nuovo Paradigma per un ‘Cantiere Italia’ progressivamente decarbonizzato, più Verde, Efficiente e Antisismico – secondo Belvedere – deve integrarsi e fondersi negli Obiettivi e nelle scelte strategiche di Politica di Crescita e di Sviluppo del Paese: territoriale, industriale, agricolo, edilizio, terziario, quale che sia. Si tratta, allora, di individuare e scegliere i settori – agricolo, manifatturiero, distribuzione, terziario, turistico ricettivo, servizi etc. – su cui il Paese intende puntare per crescere.

A seguire, in funzione degli Obiettivi di crescita e di sviluppo economico e sociale, attribuire un ruolo alla SEN, solo ed in quanto integrato con altre strategie settoriali tra cui il Piano industriale e dei servizi, il Piano Città, il Piano nazionale per la manutenzione e la messa in sicurezza del territorio dai rischi idrogeologici e sismici, il Piano del Consumo del Territorio, il Piano Rifiuti, tanto per citarne qualcuno.

Il recente terremoto in Emilia Romagna, la grave perdita di vite umane, il rilevante dissesto idrogeologico, i danni subiti dal patrimonio abitativo, agricolo, industriale, infrastrutturale, artistico e culturale, le ingenti risorse impiegate per riparare alla meglio più che costruire e manutenere a regola d’arte, fanno riflettere sulla necessità di messa in sicurezza statica oltre che energetica del nostro Territorio, a partire dal rilancio della riqualificazione urbana, metropolitana, territoriale, per settori economici ad iniziare dall’industriale, attraverso la contestuale programmazione della messa in sicurezza statica e dell’efficientamento energetico di edifici, capannoni e infrastrutture, così come interventi per la mobilità.

A livello di metodo, Ascomac Cogena, nell’ambito delle priorità, ha proposto lo sviluppo congiunto e integrato delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, valorizzando l’apporto fattivo di tecnologie altamente efficienti in tutti i settori dall’industriale al residenziale, quale la Cogenerazione ad alto rendimento, anche in funzione di back up del sistema elettrico nazionale oltre che di programmazione e stabilizzazione delle fonti non programmabili; sui Programmi di Audit energetici e sui Sistemi di gestione dell’energia che consentono ragguardevoli risparmi di energia; sulla adeguata valorizzazione delle ESCO che potrebbero dare un apporto strategico allo sviluppo dell’efficienza energetica sia per il settore privato che, soprattutto per quello pubblico.

Altrettanto rilievo è stato posto sull’energia da fonti rinnovabili che, nel Documento, finiscono per rientrare tra le “criticità” da contenere e controllare piuttosto che da sviluppare ed integrare nel sistema elettrico (Così anche il Piano Strategico AEEG 2012-2014). Le Fonti rinnovabili costituiscono un pilastro dello sviluppo energetico, in combinato disposto con l’efficienza energetica, su cui basare, ora in parte e, successivamente in misura sempre maggiore, lo sviluppo economico del Paese verso la decarbonizzazione e la sostenibilità diffusa.

Occorre invertire la rotta con una politica per il Cliente finale, vero investitore del sistema elettrico nazionale, attraverso una politica per la Generazione Distribuita Efficiente e Rinnovabile intesa come binomio impianto/rete energetica privata a supporto di quella pubblica e quindi per il cliente finale/produttore.

Sul tema della bolletta energetica si pone grande attenzione sul costo delle rinnovabili ma non sui reali ed evidenti benefici ottenuti, così come non si pone altrettanta attenzione agli extracosti fiscali molto ridotti sostenuti dal settore termoelettrico che genera energia elettrica disperdendo il calore assoggettando il combustibile da sempre ad accisa agevolata, rispetto ad altre tecnologie più efficienti.

Alla luce dell’evoluzione tecnologica e delle crescente domanda di tecnologie di generazione che riducano l’emissione di gas inquinanti, l’Autorità ritiene che le scelte di fondo riguardo al modello di organizzazione del sistema elettrico debbano essere prese all’interno della strategia energetica nazionale, che deve disegnare un quadro coerente all’interno del quale il processo concorrenziale possa individuare il mix di tecnologie e soluzioni impiantistiche più adeguato.

‘È questo – conferma Belvedere – uno dei cardini della Strategia Energetica nazionale che il documento MSE non affronta in alcun modo, in una fase come quella attuale in cui la generazione distribuita da FER e da CAR sta già fornendo una grande ed efficiente contributo tecnologico ed ambientale verso la decarbonizzazione, la riduzione delle importazioni di energia e della bolletta energetica delle imprese e delle famiglie’.

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