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Soluzioni concrete alla crisi del settore costruzioni

Soluzioni concrete alla crisi del settore costruzioni

La crisi dell’edilizia è sempre uno dei sintomi più immediatamente percepibili della crisi di un Paese, dichiara l’Avv. Franco Casarano, presidente nazionale Assocond-Conafi.

I dati Cerved recentemente pubblicati dalla stampa nazionale e vigorosamente sottolineati dall’Ance fanno emergere un incremento progressivo delle procedure fallimentari del comparto edilizia e la conseguente perdita di ricchezza e di posti di lavoro. Purtroppo gli effetti negativi del fenomeno non si esauriscono in queste, già desolanti, considerazioni.

Un ulteriore approfondimento dei dati Cerved, richiesto da Assocond – Conafi con riferimento al più limitato settore dell’edilizia residenziale, ha consentito di individuare quasi settemila dichiarazioni di fallimento di imprese di costruzione nel settore residenziale, verificatesi nel corso del quinquennio 2006 – 2011, con un crescendo annuale che concentra negli ultimi due anni quasi la metà delle insolvenze.

In queste situazioni è noto che si apre l’ulteriore fronte delle famiglie che, acquistando case in costruzione, hanno versato ingenti importi per finanziare l’iniziativa del venditore-costruttore e che, nel caso di default, rimangono creditori (senza speranza) del fallimento, senza poter nutrire ragionevoli speranze di ottenere la casa.

La gravità sociale del fenomeno è ancor più evidente se si considera che: 1) le famiglie coinvolte in questa drammatica dispersione di risparmio familiare sono migliaia (la media rilevata è di dieci acquirenti per impresa); 2) la disapplicazione generalizzata delle norme del D.Lgs. 122/2005 sulla tutela degli acquirenti di immobili in costruzione lascia quelle famiglie del tutto indifese. Un ulteriore rilievo emergente dai dati Cerved è invece di segno positivo: i casi di ammissione a procedure di liquidazione coatta amministrativa di cooperative edilizie nel corso dello stesso quinquennio è del tutto limitato.

Tutto ciò consente di effettuare le seguenti considerazioni:
*Il sistema cooperativo ha mostrato una tenuta rispetto alla crisi, che va riconosciuta ma che è limitata ai soggetti che operano all’interno delle cosiddette ‘centrali’, ove i modelli organizzativi costituiscono punti di riferimento per la tutela dei soci.

*Il mondo cooperativo, operante fuori dal sistema delle ‘centrali’ (e tutti ne conosciamo la dimensione!) viene spesso ricondotto, in caso di insolvenza, alle procedure fallimentari tipiche delle imprese prive di scopo mutualistico e tali default sono dunque compresi nel dato generale sopra indicato.

*In ogni caso il livello di applicazione della normativa di tutela prevista dal D.Lgs. 122/2005 è estremamente ridotto. In un rapporto di leale confronto, nel corso degli anni scorsi si è sviluppata tra la Cooperazione e Assocond Conafi una dialettica avente per oggetto la opportunità delle norme di tutela degli acquirenti e la loro eventuale modifica.

Si è trattato di un confronto che dovrà proseguire in termini più costruttivi con il reciproco riconoscimento: da una parte che il sistema di tutela è necessario per la complessità e diversità degli operatori che agiscono sul campo, non potendo essere sufficiente il richiamo a pratiche volontarie di correttezza e trasparenza; dall’altra parte che il sistema cooperativo, nella sua parte più responsabile, costituisce un compagno di viaggio e non un contraddittore.

La strada recentemente imboccata insieme da Assocond Conafi con Confcooperative Lombardia per la creazione di una Unità di crisi che affronti i casi di default, per cercare soluzioni che diano parziale sollievo alle famiglie coinvolte, va esattamente in quella direzione, mettendo a fattor comune le professionalità ed esperienze maturate da entrambe le strutture.

È utile rimarcare che l’iniziativa parte dallo sforzo di dare soluzioni concrete a casi che necessitano di aiuto sul campo, senza perdersi in dibattiti che le vittime dei fallimenti non comprenderebbero. Ci sarà tempo, poi, per ragionare insieme e trovare linee di politica legislativa condivise.

Avv. Franco Casarano, presidente nazionale Assocond-Conafi

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