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Il mercato degli affitti in Italia

Il mercato degli affitti in Italia

Un mercato che ha registrato un calo notevole della domanda non rapportato però alla flessione pur notevole della domanda di acquisto.

Secondo il Rapporto Nomisma sul mercato immobiliare italiano, giudizi degli operatori esprimono una nuova contrazione della domanda di affitto, sia per abitazioni che per immobili commerciali mentre, anche in questo caso, l’offerta tende a crescere; tuttavia, il mercato delle locazioni di abitazioni, nonostante il calo della domanda, è riuscito a mantenere i livelli di attività dello scorso anno.

La difficile congiuntura si riflette in una maggiore selettività della domanda e, di conseguenza, in un’accresciuta disponibilità a concedere uno sconto sul canone richiesto da parte dell’offerta, soprattutto nelle ubicazioni periferiche. Infatti, dopo un 2007 che aveva visto ridurre la distanza tra gli sconti praticati nelle diverse localizzazioni urbane, in questi ultimi tre anni di ciclo negativo lo sconto praticato nelle periferie è andato crescendo, rispetto a quello che contraddistingue il mercato delle zone centrali e pregiate della città.

Per locare un’abitazione occorrono 3,5 mesi, in media, a fronte dei circa 6 mesi che occorrono per un negozio e dei 6,6 mesi per un ufficio. Inoltre, i canoni flettono anche in questo semestre, con un’intensità maggiore rispetto allo stesso semestre dell’anno precedente: -1,2% per le abitazioni, -2% per gli uffici e -1,9% per i negozi. Su base annua la variazione dei canoni è stata più marcata rispetto a quella che ha investito i prezzi, anche se il divario è risultato di 1-2 punti percentuali in meno: -11,7% le abitazioni usate, -14,8% gli uffici e -10,8% i negozi.

A Bari gli aumenti sono stati del +89,1%, a Genova del +70,1%, a Palermo del +68%, a Torino del +57,4% e a Roma del +53,4%. Sono solo alcuni degli aumenti che hanno subito i canoni di locazione dei piccoli negozi commerciali e dei laboratori artigianali ubicati nei centri storici delle grandi città del nostro Paese (periodo 2001-2011). Purtroppo, le cose non sono andate per niente bene nemmeno in periferia: sempre nello stesso periodo di tempo gli affitti per i piccoli commercianti e gli artigiani sono cresciuti del +82,6% a Bari, del +57,8% a Torino, del +48,4% a Roma, del +48,1% a Genova e del +46,7% a Cagliari.

A denunciare il boom di aumenti registrati dai canoni di affitto di negozi e botteghe è la CGIA di Mestre che ricorda che nello stesso intervallo di tempo l’inflazione media nazionale è cresciuta del +24%, a consolidare la situazione di difficoltà che stanno vivendo le micro imprese del commercio e dell’artigianato. Ma per la CGIA di Mestre c’è un ulteriore problema che sicuramente farà capolino nei prossimi mesi: con l’avvento dell’Imu i proprietari di negozi e di laboratori artigiani hanno subito, rispetto all’anno scorso, aumenti medi di imposta del +75%.

Pertanto, è molto probabile che in sede di rinnovo dei contratti di locazione i proprietari di questi immobili si rivarranno sui conduttori, chiedendo un forte ritocco all’insù degli affitti. I dati riportati nella ricerca della CGIA consentono di misurare anche il costo dell’affitto medio, sia nelle aree centrali sia in quelle periferiche delle grandi città italiane.

La più cara è Venezia: in un negozio/laboratorio del Centro con una superficie media che nella città lagunare si aggira attorno ai 75 mq, l’affitto mensile medio è pari a 7.228 euro, seguono Roma (superficie media pari a 78,5 mq circa), con 4.133 euro e Milano (68 mq circa), con 3.099 euro. Anche nelle zone periferiche delle città è sempre Venezia la più esosa: l’affitto mensile medio è pari a 1.794 euro; al secondo posto c’è Roma con 1.524 euro e al terzo Ancona con 1.098 euro.

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