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Il condominio verso la riforma

Il condominio verso la riforma

Il ‘Pianeta Condominio’ nel nostro Paese rappresenta un imponente flusso finanziario che ruota intorno al più importante bene rifugio degli italiani, la ‘casa’, e che alimenta un indotto di forniture e servizi che non può lasciare indifferenti. Di seguito, l’opinione del presidente Assocond Conafi, avv. Franco Casarano sulla riforma del condominio.

La gestione dei flussi finanziari, dei beni, delle forniture e dei servizi è affidata nella maggior parte dei casi a una pletora di piccoli studi professionali, con limitate capacità organizzative, ove non sia affidata a soggetti che svolgono tale attività come secondo lavoro. Questo fenomeno è disciplinato da 22 articoli del Codice Civile (risalenti al 1942, quando il Condominio era un fenomeno a limitata diffusione), corredati da un corpo giurisprudenziale vastissimo ed eterogeneo.

Da anni ci si aspettava che il legislatore mettesse mano alla disciplina del Codice Civile, apportando quelle innovazioni che, in coerenza con le scelte legislative di altri paesi europei, riconoscessero al Condominio, oltre alla funzione di disciplinare i rapporti tra comproprietari, anche quella di un soggetto che persegue e realizza gli interessi della collettività, distinti da quelli del singolo, in base a meccanismi deliberativi assunti sulla base di maggioranze qualificate, senza scontare i diritti di veto delle minoranze.

Ci si aspettava, perciò, che il Condominio fosse riconosciuto come soggetto giuridico e ci si aspettava che fossero introdotti meccanismi di tutela in favore dei cittadini condomini, per salvaguardarli dai fin troppo numerosi casi di appropriazione indebita dei fondi condominiali da parte di amministratori infedeli. I nostri parlamentari sembrano invece decisi a deludere queste aspettative e a perdere l’occasione di un rinnovamento che sarebbe a favore di una parte considerevole della popolazione italiana.

Il Condominio rischia dunque di rimanere invischiato nelle dotte dissertazioni in materia di inviolabilità del diritto di proprietà, trascurando il rilievo sociale, economico e finanziario di un fenomeno di aggregazione di interessi che potrebbe interagire positivamente con la città e il territorio, con i trasporti e i servizi sociali ecc.

A fronte dell’indubbio interesse dei condomini a che i fondi condominiali siano protetti, è stata introdotta la foglia di fico della previsione di una polizza assicurativa (peraltro) a copertura delle responsabilità professionali dell’amministratore.

Il tutto dimenticando clamorosamente che il problema non è rappresentato dall’errore dell’amministratore, ma dalla frequenza con la quale alcuni amministratori si appropriano dei fondi condominiali (commettendo un reato): e questo non è un comportamento per il quale è possibile la stipula di una polizza assicurativa, atteso che nessuna assicurazione garantisce i terzi per la commissione di un reato da parte dello stipulante! In conclusione una occasione perduta, mentre ci rimane il dubbio di essere di essere incappati nell’attenzione cortese, ma un po’ distratta di chi ritiene che siano ben altre le tematiche ‘importanti’.

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