Nel biennio 2010-2011 la crescita delle installazioni di impianti di Fonti Energetiche Rinnovabili (FER), e in particolare del solare fotovoltaico, è andata oltre ogni previsione, configurandosi come un vero e proprio boom.
Tra il 2006 e il 2009, secondo i dati diffusi dal GSE, sono stati realizzati 71.137 impianti fotovoltaici, per una potenza installata totale di 3.457 MWp. Nel solo 2010 sono stati registrati altri 84.547 nuovi impianti, e nel 2011 altri 147.776. Ciò significa che nel 2011 l’Italia è il paese che ha registrato la maggior crescita della capacità installata, diventando il secondo paese al mondo (dopo la Germania) per potenza totale installata. Anche l’eolico, seppure in misura minore, ha contribuito alla crescita degli impianti FER, con una potenza efficiente lorda installata che è passata dai 3.540 MW del 2008 ai 6.860 del 2011.
Secondo le stime del CRESME, questa crescita ha significato un investimento finanziario in impianti FER di 9 miliardi nel 2009, di quasi 21 miliardi nel 2010 e di 40 miliardi nel 2011. Con il fotovoltaico che da solo ha prodotto investimenti di 5,6 miliardi nel 2009, di 18,2 miliardi nel 2010 e di 36,1 miliardi nel 2011.
Un boom che si è concretizzato soprattutto a partire dal 2007 in corrispondenza dell’avvio della crisi dellecostruzioni tradizionali. In valori reali gli investimenti in impianti FER, rispetto al 2007, fino al 2010 sono cresciuti di oltre 7 volte (700%). Nel 2011 un leggero calo (-6,6%) per effetto delle incertezze sugli strong>incentivi. Il 2012 ci dirà se vi sarà una ripresa e con quali caratteristiche o se invece il clima di incertezza continuerà a svolgere una funzione di freno. Va detto che una crescita così spettacolare è stata resa possibile dalla forte incentivazione di cui gli impianti FER hanno goduto, finanziata con un aggravio significativo a carico dei consumatori che certamente non è sostenibile nel medio-lungo periodo.
Nei prossimi anni opportunità interessanti potrebbero scaturire dalla diversificazione dell’investimento in rinnovabili, ad esempio con le nuove tecnologie geotermiche a bassa entalpia – in particolare le pompe di calore geotermiche per il condizionamento degli edifici – che in altre parti d’Europa hanno già accelerato notevolmente la propria crescita, e presto potrebbero entrare a far parte del mix energetico di molti paesi europei. Senza dimenticare che, potenzialmente, il principale contributo alla soluzione del problema energetico potrà arrivare dai cosiddetti “Negawatt”, cioè i Megawatt non consumati grazie ai miglioramenti dell’efficienza energetica.
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