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Economia Immobiliare, focus sulle compravendite

Economia Immobiliare, focus sulle compravendite

Secondo l’Istat nel secondo trimestre 2011 le compravendite di unità immobiliari (219.905 in totale), sono diminuite del 3,2% rispetto allo stesso periodo del 2010.

Il 93,2% delle convenzioni ha riguardato immobili per abitazione e il 5,9% unità immobiliari a uso economico. Rispetto al secondo trimestre 2010 le compravendite di immobili a uso residenziale diminuiscono del 3,1% e quelle di immobili a uso economico del 2,5%. Il calo riguarda tutte le ripartizioni territoriali con l’eccezione delle Isole, dove le compravendite a uso residenziale aumentano del 7,6% e quelle a uso economico del 18,7%.

Le compravendite di unità immobiliari a uso residenziale registrano nelle grandi città una diminuzione più contenuta (-1,8%) di quella osservata negli altri centri (-4,1%). Le compravendite a uso economico mostrano una diminuzione più marcata nelle città metropolitane (-6,0%) rispetto alle altre, dove il calo è di lieve entità.

Federconsumatori
Sostiene che sicuramente la situazione di profonda crisi che ha colpito le famiglie influisce in maniera estremamente negativa sull’andamento del mercato immobiliare, ma non è questo l’unico fattore a determinare la discesa delle vendite in molte città. Infatti, dopo l’aumento della bolla speculativa i prezzi sono rimasti pressoché stabili ma, nonostante la contrazione delle vendite, i prezzi non accennano a diminuire.
Questo dato emerge chiaramente dalla ricerca effettuata: per l’acquisto di un appartamento-tipo (di 90 metri quadri in una zona semicentrale di una grande area metropolitana), si è passati da 15 anni di stipendio necessari nel 2001 a 18 anni nel 2011. Alla luce di questo andamento è chiaro ed evidente che per far ripartire il mercato immobiliare è necessario che le ‘esagerazioni’ di chi vende casa dovrebbero venir meno, ridimensionando i prezzi coerentemente con le sane logiche di mercato.

Da un’analisi svolta da Crif
Emerge, invece, che il mercato immobiliare italiano, nel primo semestre dell’anno in corso, secondo varie fonti e osservatori registra prezzi con valori da un -5% a un +0,5%. Di certo gli immobili a garanzia mostrano valori tendenzialmente stabili se si confronta il primo semestre 2011 con il primo semestre dell’anno precedente, tuttavia si segnala un eccesso di offerta sul mercato.
Secondo numerosi analisti sarebbe certa un’ulteriore contrazione dei volumi di compravendite; per il 2011, infatti, le previsioni indicano complessivamente un numero di scambi pari a 575 mila transazioni nello scenario pessimistico, con un calo nel secondo trimestre del 6-7%, e questa dinamica dovrebbe essere accompagnata da una lieve contrazione dei prezzi. In tale contesto alcune indagini rilevano che nel tempo si è sviluppata sempre più una massiccia e diffusa dipendenza dal credito, necessaria a garantire l’acquisto di immobili.
Pertanto, in una situazione di deterioramento delle capacità di spesa e reddituali delle famiglie, di una contestuale tenuta dei prezzi e di un irrigidimento dei criteri di erogazione dei mutui da parte degli istituti di credito, l’accesso al mercato immobiliare risulta ad oggi particolarmente difficile.

Secondo l’Ance
Il comparto dell’edilizia residenziale è uno di quelli che ha risentito maggiormente della crisi economica: in cinque anni, dal 2008 al 2012, la produzione di nuove abitazioni è diminuita del 40,4%. Gli investimenti effettuati per la riqualificazione del patrimonio abitativo mostrano una tenuta dei livelli produttivi (+0,5%) nell’ultimo anno, grazie alle agevolazioni fiscali previste per le famiglie. Questo è l’unico comparto che ha mostrato un segnale positivo, collocandosi su un livello che supera del 6,3% quello del 2007.

I livelli produttivi delle nuove costruzioni abitative riflettono l’andamento negativo delle progettazioni: secondo l’Istat, il numero di permessi rilasciati dai Comuni per la costruzione di abitazioni è passato da 305.706 nel 2005 a 160.454 nel 2009. Tra il 2005 e il 2009 il numero di abitazioni concesse si è pertanto quasi dimezzato, registrando una flessione del 47,5%. Il mercato immobiliare abitativo in Italia, nel triennio 2007-2010, ha subito un forte ridimensionamento: il numero di abitazioni compravendute si è, infatti, ridotto di poco meno il 30%, riportandosi sui livelli di fine anni ‘90.

Il Censis
Nel 45° Rapporto annuale pubblicato ai primi di dicembre 2011, mette in evidenza che nel 2011 l’economia delle costruzioni e dell’immobiliare ha visto peggiorare gran parte degli indicatori fondamentali. Per il 2011 si evidenzia un’ulteriore contrazione degli investimenti complessivi in costruzioni (-4%), dopo un 2010 anch’esso in netto calo (-6,4%). Sono in crisi le nuove costruzioni residenziali (-5,9% in termini reali su base annua), per le quali si prevede un andamento negativo anche nel 2012, con un ulteriore calo del 5,3%.

Gli investimenti in manutenzione straordinaria nel settore residenziale sono gli unici a registrare una crescita, anche se modesta (+0,5% nel 2011), per un aumento complessivo negli ultimi quattro anni dello 0,4%. Complessivamente, per gli investimenti in abitazioni (nuovo e recupero), si segnala una flessione cumulata, nell’arco del quinquennio 2008-2012, del 18,2% in termini reali. Il settore soffre per la crisi della finanza pubblica, che riduce il mercato delle infrastrutture, e per la stretta creditizia. Anche in relazione ai prezzi che rimangono abbastanza stabili, neanche il settore immobiliare offre segnali di ripresa: in calo anche il secondo trimestre del 2011 (il quarto consecutivo con segno negativo).

Considerando il solo settore residenziale, negli ultimi 12 mesi (luglio 2010-giugno 2011), il numero complessivo degli scambi si attesta sulle 595mila unità. Si tratta di un lieve decremento (-4%), rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente ma di una differenza considerevole (-21%), rispetto al periodo luglio 2007-giugno 2008, quando furono scambiate circa 755mila abitazioni.

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