Finora sette le regioni hanno dato attuazione al dl 70/11 e in particolare alla normativa nazionale quadro per la riqualificazione incentivata delle aree urbane degradate.
Era scaduto l’11 settembre u.s. il termine assegnato alle Regioni per attuare la normativa nazionale quadro per la riqualificazione incentivata delle aree urbane degradate, il cosiddetto Piano Città (art. 5, commi 9 – 14 DL 70/2011), che prevede, tra l’altro, interventi di sostituzione edilizia accompagnati da incentivi ed agevolazioni premiali (volumetria aggiuntiva, modifiche delle destinazioni d’uso, modifiche della sagoma, delocalizzazione dei volumi).
Ad oggi le Regioni che hanno dato attuazione a tale normativa e alle ulteriori previsioni contenute nel provvedimento sono: la Puglia, l’Umbria, la Toscana, il Lazio, il Molise, l’Emilia Romagna e la Valle D’Aosta, ognuna con modalità differenti.
Dal 12 settembre e fino all’entrata in vigore delle leggi regionali, nel territorio delle Regioni a statuto ordinario e speciale che non hanno ancora provveduto ad attuare il Piano città è, invece, possibile realizzare gli interventi previsti dall’art. 5, comma 9, del decreto statale con permesso di costruire in deroga anche per il mutamento di destinazione d’uso.
Inoltre, solo per le Regioni a statuto ordinario trovano applicazione alcune disposizioni con valenza generale ossia applicabili a tutti gli interventi edilizi e non solo a quelli di riqualificazione e cioè:
– rilascio del permesso di costruire in deroga anche per il mutamento di destinazione d’uso, purché si tratti di destinazioni d’uso compatibili o complementari;
– approvazione dei piani attuativi comunque denominati da parte della Giunta comunale.
Si ricorda che il prossimo 10 novembre scadrà il secondo termine assegnato alle Regioni per provvedere. Dopo tale data e fino all’approvazione delle leggi regionali diventeranno immediatamente applicabili nelle Regioni a statuto ordinario le norme del DL 70/2011 sugli interventi di sostituzione edilizia e sui relativi incentivi con la garanzia di un minimo di volumetria premiale pari al 20% della cubatura dell’edificio se destinato ad uso residenziale ovvero pari al 10% della superficie coperta per gli edifici adibiti ad uso diverso.
Fonte: Ance
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