Uno studio condotto dalla Commissione Ambiente del Parlamento Europeo mette in discussione la distribuzione dei fondi disponibili
Ancora troppo pochi i sussidi per la lotta al cambiamento climatico, mentre l’Europa consuma risorse a sostegno di attività che danneggiano l’ambiente. A dirlo è uno studio condotto dalla Commissione Ambiente del Parlamento Europeo, che mette in discussione la distribuzione dei fondi disponibili. Al clima sarebbe destinato meno del 3% dei fondi totali. Secondo il report ‘EU Subsidies for polluting and unsustainable practices’, i fondi per l’ambiente che l’Europa stanzia finiscono spesso per promuovere forme di trasporto insostenibili, come la mobilità su gomma, pratiche agricole che impoveriscono suolo e biodiversità e fonti di energia controverse, come incenerimento di rifiuti, nucleare e centrali termoelettriche che solo in futuro potrebbero attrezzarsi per la cattura della CO2.
Per contrastare il global warming, dal 2007 al 2013 si è stanziato il 2,8% di un budget da circa 344 miliardi di euro provenienti da fondi strutturali e di coesione. Si tratta del 9% di tutte le spese legate all’ambiente, mentre per le energie pulite si investe invece il 2,6% del totale.
Secondo lo studio, i fondi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale spesso favoriscono l’agricoltura intensiva perché legati alla produttività agricola e non alla tutela del territorio.
Anche nel settore trasporti, evidenzia il report, il 49% degli investimenti è usato per costruire strade e autostrade, il 30% per le ferrovie, mentre alla sostenibilità della mobilità urbana va solo il 7% degli stanziamenti. Sulla stessa falsariga la ricerca scientifica, col 14% dei fondi agli studi sulla fusione nucleare, cui si aggiunge un altro 12% per studiare altri aspetti del nucleare, mentre le fonti rinnovabili si dividono il 4%.
Lo studio critica anche il finanziamento degli inceneritori, situati prevalentemente nell’Est Europa, che potrebbe invece lasciare il posto a riciclaggio e raccolta differenziata.
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