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Fotovoltaico a terra, approvata la legge da Regione Marche

Fotovoltaico a terra, approvata la legge da Regione Marche

Fotovoltaico a terra, approvata la legge da Regione Marche

Anche le Marche si dotano di una legislazione per salvaguardare i terreni agricoli

Il Consiglio Regionale delle Marche ha approvato la proposta di deliberazione della Giunta concernente ‘individuazione delle aree non idonee per l’istallazione di impianti fotovoltaici a terra’.

Sull’atto, che è stato votato compattamente dalla maggioranza, si è invece astenuta la minoranza. ‘Per motivi di salute non ho potuto prendere parte al dibattito dell’Aula, lavori che ho seguito attentamente in diretta streaming – commenta l’Assessore Regionale all’Ambiente, Sandro Donati –. Vorrei esprimere la mia piena soddisfazione per la conclusione di un percorso che ha intensamente interessato negli scorsi mesi la Giunta regionale, l’assessorato all’Energia e Fonti rinnovabili, gli uffici regionali competenti, la IV Commissione consiliare e l’Aula assembleare’.

‘Un lavoro di condivisione, di confronto e di dialogo – ha proseguito l’Assessore – che ha visto il pieno coinvolgimento del mondo agricolo e delle imprese, oltre che, ovviamente, degli Enti Locali. La nostra Regione è la prima che, dopo l’emanazione delle Linee Guida Nazionali, si è dotata di questo importantissimo strumento che permette di declinare in termini di sostenibilità e di tutela del nostro patrimonio ambientale e agricolo tutte le potenzialità e le opportunità connesse allo sviluppo della green economy‘.

Coldiretti: Stop al sacco dei terreni
Secondo Coldiretti Marche, il via libera del Consiglio Regionale alla nuova regolamentazione sul fotovoltaico rappresenta uno stop alle speculazioni e al sacco dei terreni agricoli, dopo che 160 ettari di campi fertili sono stati occupati da grandi impianti.

‘Se consideriamo che nella sola provincia di Ancona sono state presentate domande per occupare altri 220 ettari, il provvedimento passato in Consiglio costituisce una novità importante – spiega il presidente Giannalberto Luzi -, dalla quale ripartire sulla strada delle energie alternative, premiando la politica dei piccoli impianti connessi alle attività agricole’.

Secondo un’analisi Coldiretti su dati Gse (aggiornati al 14 settembre 2010), nelle Marche sono oggi attivi 3.705 impianti fotovoltaici, per un totale di 87.500 kW di potenza. Tra le province quella col maggior numero di impianti è Ancona (1.359, per una potenza complessiva di 31.489 kW), mentre il fanalino di coda è Fermo (315, 3.559 kW). Nella stessa provincia dorica si trova la metà degli impianti fotovoltaici di grandi dimensioni (oltre i 150 kW di potenza).

Ferma contrarietà dei produttori FV
All’indomani dell’approvazione della giunta Marco Pigni, direttore di APER (Associazione fra i produttori di energia da fonti rinnovabili) aveva individuato alcuni difetti nell’iter legislativo: ‘APER contesta il metodo seguito per individuare tali aree’. Le Regioni sarebbero tenute a dar conto descrivendo, per ciascuna area ritenuta non idonea, le ‘incompatibilità riscontrate con gli obiettivi di protezione individuati nelle disposizioni esaminate’.

Pertanto secondo l’associazione la razio del provvedimento sarebbe di limitare il fenomeno della proliferazione del fotovoltaico installato su terreno agricolo. “Il documento all’esame del tavolo tecnico – spiega Pigni – elenca (del tutto arbitrariamente) aree non idonee alla installazione di soli impianti fotovoltaici“.

Per dichiarare aree inidonee servirebbe la VIA
‘L’applicazione concreta del documento, se non sarà opportunamente emendato, al contrario si tradurrà nell’imposizione di divieti di installazione di impianti fotovoltaici a terra su gran parte del territorio regionale’ – continua Pigni -.

Eventualità, peraltro, che il legislatore nazionale ha proprio inteso scongiurare laddove all’allegato 3, lettera d) ha espressamente sancito che ‘La tutela di tali interessi (del patrimonio storico-artistico… ) è infatti salvaguardata dalle norme statali e regionali in vigore ed affidate nei casi previsti, alle amministrazioni centrali e periferiche, alle Regioni, agli enti locali ed alle autonomie funzionali all’uopo preposte, che sono tenute a garantirla all’interno del procedimento unico e della procedura di Valutazione dell’Impatto Ambientale nei casi previsti’.

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